©
SCOPRI L'AREA ARCHEOLOGICA
DI LOELLE
L’area archeologica di Loelle si trova a circa 6 km da Buddusò su un promontorio circondato da boschi di lecci e sugherete. Situata a circa 800 metri sul livello del mare, conserva numerose testimonianze archeologiche risalenti al Bronzo Recente
(1200 a.C.).
Il complesso nuragico è costituito dal nuraghe, da resti di capanne circolari in pietra — che indicano la presenza di un villaggio nuragico — e da due Tombe dei Giganti.
1. NURAGHE LOELLE
Il Nuraghe Loelle, databile al periodo nuragico recente (1200–900 a.C.), è ancora in buono stato di conservazione. È costruito con blocchi di granito di piccola e media dimensione, ben lavorati.
Si tratta di un nuraghe complesso, ovvero una struttura a più torri, di tipo misto, in quanto presenta elementi sia dei nuraghi a corridoio sia di quelli con copertura a “tholos”.
La copertura a tholos è una tecnica architettonica tipica dell’età nuragica, ottenuta sovrapponendo file concentriche di massi che si restringono progressivamente verso l’alto. Questa tecnica consentiva una migliore distribuzione del peso delle parti superiori dell’edificio.
Del nuraghe è ancora visibile l’ingresso, sormontato da un architrave con una finestrella di scarico, oggi parzialmente coperta dalla vegetazione.
Subito dopo l’ingresso, sulla destra, si apre una nicchia, mentre di fronte si trova una scala che conduce a un corridoio superiore.
Alla destra del corridoio, la scala porta alla seconda torre, della quale restano i muri perimetrali e una nicchia. Lo stesso corridoio conduce alla parte est, il corpo aggiuntivo della struttura.
Negli anni ’90, il nuraghe è stato oggetto di interventi di restauro e scavi archeologici a cura della Soprintendenza di Sassari e Nuoro, che hanno riportato alla luce un secondo ingresso, situato alla destra del nuraghe. Questo conduce a una camera semicircolare, a circa un metro sotto l’attuale livello del terreno.

2. VILLAGGIO NURAGICO LOELLE
Ai piedi del Nuraghe Loelle sorgeva anche l’omonimo villaggio nuragico. Oggi, restano visibili i perimetri di alcuni edifici circolari parzialmente interrati, e poche capanne, si tratta di strutture di piccola e media grandezza.
Anche queste costruzioni sono state oggetto degli scavi condotti negli anni ’90, durante i quali sono emersi numerosi reperti ceramici, principalmente oggetti legati alla vita quotidiana. Nessuna traccia, invece, di materiali metallici.
3-4. TOMBE DEI GIGANTI I°- II°
Nei pressi del villaggio nuragico si trovano anche le Tombe dei Giganti, oggi le uniche ancora visibili nel sito.
A circa 150 metri dal nuraghe si può ammirare la prima tomba, denominata Loelle I. È realizzata con grandi blocchi di granito squadrati e presenta l’ingresso orientato a sud-est. La camera sepolcrale, lunga circa 6,5 metri, è delimitata da massi di medie e grandi dimensioni. Ai lati dell’ingresso sono ancora visibili i due bracci, l’esedra, dei quali restano tre blocchi ben conservati sul lato destro e due su quello sinistro. Alla base dell’esedra si riconoscono i resti del bancone-sedile, che seguiva l’intero perimetro della struttura.
Seguendo il sentiero di pietre, a circa 150 metri dalla tomba Loelle I° si raggiunge la Tomba Loelle II.
Di quest’ultima si conservano solo le basi. Anche qui l’ingresso è orientato a sud-est, ed è ancora visibile la stele trapezoidale, ben lavorata. La camera sepolcrale, lunga circa 5 metri, conserva solo una piccola porzione dell’antica esedra, costituita da blocchi squadrati.
Il nome “Tombe dei Giganti” deriva dalla mole imponente dei massi che le compongono e dalla lunghezza delle celle funerarie.
La leggenda narra che fossero costruite per contenere un cadavere enorme, appunto un gigante. In realtà erano delle sepolture collettive, principalmente per coloro che abitavano il villaggio.
5. QUERCIA DA SUGHERO SECOLARE
Il territorio di Buddusò vanta circa 3.000 ettari di boschi di querce da sughero. Tra questi, a poche centinaia di metri dall’area archeologica di Loelle, si trova quella che viene chiamata la Sughera di Loelle. Si stima che questo maestoso albero abbia circa 300 anni. Il tronco ha una circonferenza di circa 10 metri, rendendolo uno degli esemplari più imponenti del territorio.